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    L’aumento di Temperatura 
	globale che stiamo vivendo negli ultimi anni è imputabile soprattutto al 
	sempre maggiore uso di combustibili fossili (petrolio, carbone, etc...) e al 
	conseguente accumulo nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2). Il carbonio 
	emesso nei processi di combustione delle fonti energetiche tradizionali 
	intrappola calore che, in situazione normale, si disperderebbe 
	nell'atmosfera. 
 
    Dal 1760 le emissioni di 
	anidride carbonica sono costantemente cresciute, facendo salire 
	costantemente la temperatura media del pianeta. 
     
     
    Un aumento della temperatura 
	vicino ai massimi ipotizzati avrebbe effetti devastanti per svariati motivi. 
	Potrebbero provocarsi siccità in vaste regioni agricole mondiali 
	d'importanza fondamentale, ovvero frequenti e devastanti tempeste, 
	alluvioni, ondate di calore. 
     
    E' già esperienza degli ultimi 
	anni il fenomeno delle primavere precoci che stanno facendo sì che diverse 
	specie di piante maturino con varie settimane di anticipo. Questo comporta 
	un' alterazione della catena alimentare di varie specie viventi e dei cicli 
	d'impollinazione delle piante con conseguente mutamento della flora e fauna 
	locale. 
    Il petrolio è l'energia 
	fossile più cara (100 dollari al barile nel dicembre 2007). Ad oggi non ci 
	sono alternative valide al petrolio, ma bisogna fare i conti con il fatto 
	che si tratta di una risorsa finita. Il 2008 segna il picco massimo di 
	estrazione del petrolio. Negli anni a venire il petrolio sarà sempre più una 
	merce rara. Nasce da ciò l'esigenza di trovare valide alternative che 
	evitino i rischi di gravi ripercussioni sociali che il controllo della 
	produzione di petrolio potrebbe generare alterando l’equilibrio economico mondiale. 
     
    Possiamo continuare a usare il 
	petrolio e gli altri 
	combustibili fossili che danneggiano il clima o possiamo decidere di passare 
	a politiche di cambiamento climatico più proattive e di sviluppo sostenibile. 
     
    Il primo passo è stato fatto 
	con il protocollo di Kyoto. 
 
      
 
    
Il 
protocollo di Kyōto è 
					un trattato internazionale in materia ambientale riguardante 
					il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese 
					di Kyoto l'11 novembre 1997 da più di 160 paesi in occasione 
					della Conferenza COP3 della
					
Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti 
					climatici (UNFCCC). Il trattato è entrato 
					in vigore il
					
16 
					febbraio
2005, dopo la ratifica anche da parte 
					della
					
Russia. 
Il
					
16 
					febbraio
2007 si è celebrato l'anniversario del 
					secondo anno di adesione al protocollo di Kyōto, e lo stesso 
					anno ricorre il decennale dalla sua stesura. 
Gli impegni 
					dell'Italia nell'ambito del protocollo di Kyoto sono quelli 
					di ridurre le emissioni di gas serra del 6.5% nel periodo 
					2008-20012 rispetto alle emissioni del 1990. Per ottenere 
					questo obiettivo il governo italiano ha adottato una 
					politica di stabilizzazione dei consumi non elettrici ed una 
					politica di riduzione del 20% dei consumi elettrici. 
					L'obiettivo complessivo è quello di riconvertire il sistema 
					energetico italiano in maniera tale che il 25% della 
					produzione di energia elettrica derivi da fonti rinnovabili. 
					
 
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